Autore: sergio

2024.07.14 – ALLE PORTE DEL MIO 63mo COMPLEANNO

Sono ad un giorno dal compleanno e ho voglia di farmi un regalo.
Sessantatre anni di vita vissuta e …
pure grato per ciò che sono
vorrei farmi dono del sogno.
Ma l’inganno degli anni
non sfama il miraggio
che conserva ancora l’affanno di nobili e speciali propositi
é tutto ancor oggi attuale
è l’attimo … dell’adesso cosciente.
Io sono ciò che ho deciso di essere.

 

2024.06.15 – ANCORA POCHI GIORNI E POI … IL DOPO!

Già è proprio così … il dopo.
È il momento, questo, del filo di lana
per l’approssimarsi della proverbiale scadenza temporale.
È il mio limbo.
L’esitazione è causata dallo scoraggiante trascorso.
Sono pochi i momenti sereni.
Sono troppi gli attimi rassegnati al margine della felicità.
Sono ripetuti i mancanti risvolti alle reclamate speranze.
Se mi lasciassi travolgere dal passato non vorrei più andare oltre.
Se mi limito al presente ho ancora molto da abbandonare
eppure non porto nulla con me.
Non ho nulla di ciò che mi appartiene … se non me stesso.
Non voglio chiedermelo, ma mi viene istintivo
… ho sul serio scelto io questa vita?
E dopo?
Conservo la certezza al patto siglato … e mantengo fede alla promessa.

2024.06.11 – “CUI PRODEST” … A CHI GIOVA TUTTO QUESTO ?

È da un po’ di tempo che faccio fatica a scrivere.
Non ho voglia di condividere emozioni, passioni, turbamenti e apprensioni.
La verità è che sono stanco di far finta di ignorarle
e di tralasciarne gli effetti sulla mia vita di tutti i giorni.
Il mio recente vissuto è trascorso spegnendo la percettibilità verso di esse
ed è così
che come su un’ imbarcazione senza timone
ho rinunciato alla rotta
e ho consumato la mia sottomissione
ad una momentanea sorte senza meta.
L’impegno speso ogni giorno
il patto con etici intenti
la fermezza di una giusta condotta
la voglia di trasmettere questo ideale
tutto è ripetutamente sfidato dagli opposti interessi
di fraudolenti seguaci.
La casa comune è lacerata nella fondamenta da instabili e tediosi dissensi.
La buona dottrina è criticata da ostentate ingiuste calunnie.
L’intento di questa iniquità
è la semina del dubbio e dell’incertezza
e poi …
l’appropriarsi del nostro progetto di vita.
A chi giova tutto questo ?

 


 

C’è un passo della Medea di Seneca che spesso viene citato in maniera incompleta.
Questa la sua formulazione così come compare nella tragedia:
«Cui prodest scelus, is fecit»
.
Che nella traduzione del vocabolario Treccani significa: «Il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova».
tratto da (VEDI QUI)

 

2024.05.31 – CIAO NONNA LUCIA …

Sono passati sessant’anni dalla tua rinascita.
Sperto tu stia bene e godendo appieno i meriti del Paradiso che già abiti da tempo.
Io avevo solo tre anni ma ho ancora un bel ricordo di te.
Eccoti qui con il nonno Guido, tuo marito, “ragazzo del 1899”.
Arrivederci, sperando di meritarmi anch’io il Paradiso un giorno.