IL MIO BLOG

L’AMORE IM…POSSIBILE!

Si dice che il tempo sia il miglior medico
… e quel che "è stato è stato".
Al passato attribuiamo l'inalterabilità di ciò che "è stato"
ma la sua immutabilità non sempre si sottrae al giudizio del presente …
e se suggestionato e preda del suo vissuto il presente limita e non evolve a compimento.
Di ogni vissuto il passato non è estraneo e "se ciò che è stato" è ad esso contemporaneo 
il presente non è separato dal suo opposto … ovvero "ciò che non è stato" di quel vissuto.
Se d'ogni verità anche il contrario è vero, 
anche di ogni vissuto passato, il suo opposto è vero nel presente.
Un vissuto del proprio passato
può essere il contrario nel proprio presente.
L'inalterabilità del passato può essere il suo opposto adesso.
Basta volerlo.
L'Amore im…possibile.
 

DUE ANNI CHE SEI LI CHE MI ASPETTI

Oggi sono due anni che Rufus mi ha lasciato per tornare a “Casa”.
Adesso è insieme a Furia e Ombra e ad altri compagni di questa mia vita terrena.
L’altra sera, forse vedendomi un pò triste, si è fatto sentire con uno dei suoi tipici decisi e caldi abbai.
Caro il mio cagnone.
Ti prego aspettami fiducioso e sii forte e buono con tutti come lo sei stato qui al mio fianco.
Un abbraccio mio caro Rufus.

Sergio

I MIEI QUATTRO PASSI NELL’ALDILA’

Siamo esseri umani e non finzioni i giuridiche.
E quando le cose non sempre sembrano ciò che sono, il nostro viaggio continua, tra sfide e rivelazioni.
Oggi, sono ancora qui.
E, nonostante tutto, sento un incoraggiamento profondo a proseguire su questo cammino di liberazione.
Sto seguendo il suggerimento di un caro e amato Amico.
Lascerò a ciascuno il compito di trarre i propri insegnamenti, ma sento il bisogno di raccontare.—

Da mesi, un malessere sconosciuto mi accompagna.

Una tosse incessante e una stanchezza devastante mi hanno privato della forza.

Talvolta inciampo, perdo l’equilibrio, devo sdraiarmi. Stare in piedi è uno sforzo immenso.

Ho perso oltre 25 chili in un paio di mesi. Non ho fame, non ho energia, ma dentro di me si agita qualcosa di inafferrabile.

Dopo una breve degenza in una clinica in Trentino, chiedo a un’amica di venirmi a prendere per tornare a casa.

Sono troppo stanco.

Camminare è una fatica, respirare una lotta.

Anticipo il mio rientro con gratitudine per quel luogo che mi ha dato qualche giorno di tregua.

Ma qualcosa mi chiama verso casa: i miei ricordi, i vicini premurosi, e quel senso di appartenenza che mi manca.

Il viaggio è lungo, e la stanchezza mi vince.

Fatico a coordinare i pensieri, le parole.

Lentamente, la realtà comincia a sfumare.

Le voci si allontanano.

I rumori si attenuano.

E poi, tutto si ferma.

Chiudo gli occhi e mi trovo altrove.

Non c’è angoscia, né dolore.

Solo stupore.

Sono presente, sono io.

Ma dove?

Tutto intorno a me è vivo.

Una prateria verde, rigogliosa, mi accoglie.

Il terreno sotto i miei piedi è solido, concreto.

Il cielo sereno mi sovrasta, e non so se sia l’alba o il tramonto di una giornata che lì non è iniziata.

Abbasso lo sguardo e vedo il mio corpo.

Sono in piedi.

Mi tocco le gambe con le mani.

Sono reale, ma senza abiti, senza nudità.

Qui, ciò che sono si manifesta nel pensiero. Ciò che penso è già parola, e ciò che sento è già realtà.

Non c’è inizio, né fine.

Tutto è adesso.

Alla mia sinistra, il cielo si fa cupo, solcato da lampi che sembrano preludere a un temporale.

Scruto con uno sguardo acuto, diverso, capace di vedere lontano e vicino con la stessa nitidezza.

E poi la vedo: una soglia luminosa si avvicina.

Sento che mi chiama.

E, in quell’istante, riconosco me stesso.

E poi, come un soffio, ritorno.

Il viaggio è finito, ma il ricordo di ciò che ho vissuto non ha il sapore di un sogno.

È reale.

Vivo.

È la mia piccola e breve esperienza dell’aldilà.

Da allora, ho compreso che passato e futuro sono un unico presente, modellato da ciò che scegliamo di essere.

La vita continua.

La morte non esiste.

WSM
Venetia, 31 aprile 2019
Sergio

INSIEME SIAMO UN POPOLO E UNA NAZIONE

Dio mi ha fatto dono del nuovo giorno e a lui renderò conto se oggi ho fatto buon uso del tempo che mi è dato.
Al mattino spedito e appassionato aleggia il sussurro della PATRIA che fa appello ai suoi figli: ECCOMI, IO CI SONO.
Ciò che un tempo mi fu detto ora trova giusto compimento: "un tetto porta sempre riparo, anche se la casa sembra abbandonata".
La Patria è il tetto ancora solido di quella casa comune che si chiama PATRIA e che può sembrare abbandonata ma che esiste ancora oggi e sussulta dentro i nostri cuori.
Non siamo qui per caso e in questo momento presente siamo chiamati a riscattare con onore ciò che siamo.
Siamo tutti parte l'uno dell'altro con i nostri difetti, le nostre difficoltà, le nostre paure, i nostri desideri e le nostre incertezze.
Ci riscopriamo esseri umani e INSIEME frantumiamo le catene della nostra schiavitù.
Insieme siamo ciò che decidiamo di essere, un Popolo e una Nazione.
WSM
Venetia, 22 marzo 2019
Sergio Bortotto
 

VINCERE O SOCCOMBERE … A QUALE PREZZO?

Mi chiedo …
e se dovesse giungere il momento che per non soccombere si è costretti a vincere la prepotenza altrui con la forza e anche con l'estremo atto di togliere la vita al tuo oppressore?
L'oppresso si fa forse carnefice?
E il tiranno è forse "vittima" della sua stessa prepotenza? 
La storia dell'umanità è intrisa di violenza e di guerre ma quasi sempre scatenate dal più forte, da colui che crede di non patire le conseguenze delle sue stesse azioni.
E' necessario riequilibrare le posizioni, affinché l'uno non sottometta l'altro, affinché il mite non abbia a conoscere il peso della mano che sopprime e il violento e il prepotente conosca i limiti e le conseguenze delle sue azioni.
Dio ci scampi da tale passo, ma il momento è vicino, molto vicino.
 

2019.03.01 – BON CAO DE ANO

BON CAO DE ANO!
Le nostre tradision ne iuta a rinovar l’amor patrio
e il personal impegno
per la liberasion de la Patria.
Xe glorioso el pasà forgià dai nostri antenati
e come a Lepanto soltanto a Iori
xe ora subordinà la nostra disciplinada obediensa,
non a sta italia, mai al tricolor invasor.
Fiero de eser Veneto.
WSM Sergio Bortotto
Le nostre tradizioni ci aiutino a rinnovare l’amor patrio e il personale impegno per la liberazione della Patria.
E’ glorioso il passato forgiato dai nostri antenati e come a Lepanto solo al loro è ora subordinata la nostra disciplinata ubbidienza, non all’italia, mai al tricolore in vasore.
Fiero di esser Veneto.
WSM Sergio Bortotto

LA NOSTRA BANDIERA

La nostra immortale bandiera…
il gonfalone di San Marco.
Col caldo o il freddo dell'inverno
attende imperituro il riscatto del suo Popolo.
Su la testa Popolo Veneto 
è giunto il momento 
di gridare in faccia  allo stato straniero italiano:
"FUORI L'ITALIA DALLA NAZIONE VENETA".