Autore: sergio

L’INCONTRO CON UN POVERO.

Ieri facendo un giro d’ispezione nei parcheggi dell’autorimessa del parco ho trovato un anziano che girovagava.
Era vestito di miseri indumenti e coperto con un giubbetto di plastica tenuto “abbottonato” con un ago di sicurezza sul davanti.
Teneva tra le mani  un piccolo pezzo di rame raccolto chissà dove … e non sapeva come giustificare la sua presenza in quei meandri.
Con la voce tremolante, probabilmente per il controllo, mi ha detto che quel pezzo di rame oggi lo avrebbe sfamato.
Ho guardato il volto di quell’uomo, forse ottantenne, quasi certamente con una pensione da fame, probabilmente dopo una vita di duro lavoro, obbligato a rammendare i suoi indumenti col filo di ferro e a racimolare qualcosa da terra per mangiare.
Non ho retto il suo sguardo mite e quasi rassegnato.
La sincerità dei suoi occhi mi ha scavato dentro … e mi sono vergognato di tutte le cose inutili che posseggo e del superfluo a cui talvolta conferisco troppa importanza.
L’ho congedato stringendogli la mano libera dal quel pezzo di rame che tratteneva con tanta speranza.
E’ sparito in un attimo e non sono poi riuscito a raggiungerlo.
Col rimorso per non aver aggiunto a quel pezzo di rame qualche soldo e un briciolo di conforto sono tornato alla luce del sole con l’amarezza nel cuore.
Poi, una mesta letizia ha pervaso il resto del giorno.
A cosa ci hanno portato, apriamo gli occhi finché siamo in tempo e non abituiamoci a questo silenzioso decadimento.

Grazie mio Dio per avermi fatto visita anche quel giorno.

 

IL MIRACOLO DI GUARIGIONE PUO’ ESSERE L’EFFETTIVITA’ DEL PRODIGIO DELLA RINASCITA DI UNA NAZIONE.

Quando il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto riceve queste notizie da parte di un proprio membro, siamo tutti confortati dalla certezza che “Lassù” siamo certamente amati e ben visti e che anche il nostro cammino di Liberazione è gradito e incoraggiato da Dio.
Ho sempre insistito nelle mie preghiere per aver conferma se ciò che stiamo realizzando in onore e verità come esseri umani, anche attraverso il MLNV, sia cosa buona giusta … e devo dire che i segnali e le conferme non mancano.
La Madonna ha dato un grande e concreto segnale di guarigione per rafforzare la nostra fede e la nostra speranza.
Qualunque sia il concetto che ciascuno di noi ha nei confronti di Dio, posso asserire in tutta sincerità che qualsiasi miracolo, che può affermarsi per tale, insegna che nulla è impossibile.
Ogni preghiera e implorazione incoraggia sempre l’esito del nostro proposito e ogni miracolo amalgama ad esso la concretezza del prodigio.
Non può esserci miracolo se ciò che tramuta una speranza non si concreta nel tangibile.
Allora chiediamo questo miracolo anche per il nostro futuro, per veder riconosciuta la nostra lotta di liberazione come la speranza non disattesa dell’intero Popolo Veneto.
Bisogna così insistere col fare sempre del bene e gratuitamente perché nulla ci viene dato col peso dell’oro ma con la leggerezza del dono fatto con amore.
Un miracolo è un atto d’amore incondizionato e ci insegna che ciò che riceviamo dobbiamo saperlo donare gratuitamente.
Siamo tutti noi, amici e “nemici”, chiamati in questo tempo e in questo luogo per realizzare il nostro destino ma consapevolmente dobbiamo riconoscere in esso la validità di ciò che portiamo a compimento.
Il nostro libero arbitrio, il nostro onore e il rispetto incondizionato dei diritti umani, civili e politici di ogni essere umano sia per noi il nostro principio di effettività che concretizza questo processo evolutivo, così come ogni miracolo realizza nel concreto il proprio prodigio.

WSM
Venetia, 21 agosto 2019
Sergio Bortotto
Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

da Gianni Chinellato
… Il tutto documentato dai presenti e in presenza di una dottoressa…ricordati Gabriele che senza fede nulla può accadere …io sono stato salvato dalla stessa Madonna nel terribile incidente tra due mezzi pesanti nel quale sono stato coinvolto il 23 Maggio 2016 sulla statale Feltrina sotto il monte Santo di Monfenera e come essenze dell’Universo il nostro cammino nella vita terrena e nelle mani di Dio.

L’AMORE IM…POSSIBILE!

Si dice che il tempo sia il miglior medico
… e quel che "è stato è stato".
Al passato attribuiamo l'inalterabilità di ciò che "è stato"
ma la sua immutabilità non sempre si sottrae al giudizio del presente …
e se suggestionato e preda del suo vissuto il presente limita e non evolve a compimento.
Di ogni vissuto il passato non è estraneo e "se ciò che è stato" è ad esso contemporaneo 
il presente non è separato dal suo opposto … ovvero "ciò che non è stato" di quel vissuto.
Se d'ogni verità anche il contrario è vero, 
anche di ogni vissuto passato, il suo opposto è vero nel presente.
Un vissuto del proprio passato
può essere il contrario nel proprio presente.
L'inalterabilità del passato può essere il suo opposto adesso.
Basta volerlo.
L'Amore im…possibile.
 

DUE ANNI CHE SEI LI CHE MI ASPETTI

Oggi sono due anni che Rufus mi ha lasciato per tornare a “Casa”.
Adesso è insieme a Furia e Ombra e ad altri compagni di questa mia vita terrena.
L’altra sera, forse vedendomi un pò triste, si è fatto sentire con uno dei suoi tipici decisi e caldi abbai.
Caro il mio cagnone.
Ti prego aspettami fiducioso e sii forte e buono con tutti come lo sei stato qui al mio fianco.
Un abbraccio mio caro Rufus.

Sergio

I MIEI QUATTRO PASSI NELL’ALDILA’

Siamo esseri umani e non finzioni i giuridiche.
E quando le cose non sempre sembrano ciò che sono, il nostro viaggio continua, tra sfide e rivelazioni.
Oggi, sono ancora qui.
E, nonostante tutto, sento un incoraggiamento profondo a proseguire su questo cammino di liberazione.
Sto seguendo il suggerimento di un caro e amato Amico.
Lascerò a ciascuno il compito di trarre i propri insegnamenti, ma sento il bisogno di raccontare.—

Da mesi, un malessere sconosciuto mi accompagna.

Una tosse incessante e una stanchezza devastante mi hanno privato della forza.

Talvolta inciampo, perdo l’equilibrio, devo sdraiarmi. Stare in piedi è uno sforzo immenso.

Ho perso oltre 25 chili in un paio di mesi. Non ho fame, non ho energia, ma dentro di me si agita qualcosa di inafferrabile.

Dopo una breve degenza in una clinica in Trentino, chiedo a un’amica di venirmi a prendere per tornare a casa.

Sono troppo stanco.

Camminare è una fatica, respirare una lotta.

Anticipo il mio rientro con gratitudine per quel luogo che mi ha dato qualche giorno di tregua.

Ma qualcosa mi chiama verso casa: i miei ricordi, i vicini premurosi, e quel senso di appartenenza che mi manca.

Il viaggio è lungo, e la stanchezza mi vince.

Fatico a coordinare i pensieri, le parole.

Lentamente, la realtà comincia a sfumare.

Le voci si allontanano.

I rumori si attenuano.

E poi, tutto si ferma.

Chiudo gli occhi e mi trovo altrove.

Non c’è angoscia, né dolore.

Solo stupore.

Sono presente, sono io.

Ma dove?

Tutto intorno a me è vivo.

Una prateria verde, rigogliosa, mi accoglie.

Il terreno sotto i miei piedi è solido, concreto.

Il cielo sereno mi sovrasta, e non so se sia l’alba o il tramonto di una giornata che lì non è iniziata.

Abbasso lo sguardo e vedo il mio corpo.

Sono in piedi.

Mi tocco le gambe con le mani.

Sono reale, ma senza abiti, senza nudità.

Qui, ciò che sono si manifesta nel pensiero. Ciò che penso è già parola, e ciò che sento è già realtà.

Non c’è inizio, né fine.

Tutto è adesso.

Alla mia sinistra, il cielo si fa cupo, solcato da lampi che sembrano preludere a un temporale.

Scruto con uno sguardo acuto, diverso, capace di vedere lontano e vicino con la stessa nitidezza.

E poi la vedo: una soglia luminosa si avvicina.

Sento che mi chiama.

E, in quell’istante, riconosco me stesso.

E poi, come un soffio, ritorno.

Il viaggio è finito, ma il ricordo di ciò che ho vissuto non ha il sapore di un sogno.

È reale.

Vivo.

È la mia piccola e breve esperienza dell’aldilà.

Da allora, ho compreso che passato e futuro sono un unico presente, modellato da ciò che scegliamo di essere.

La vita continua.

La morte non esiste.

WSM
Venetia, 31 aprile 2019
Sergio

INSIEME SIAMO UN POPOLO E UNA NAZIONE

Dio mi ha fatto dono del nuovo giorno e a lui renderò conto se oggi ho fatto buon uso del tempo che mi è dato.
Al mattino spedito e appassionato aleggia il sussurro della PATRIA che fa appello ai suoi figli: ECCOMI, IO CI SONO.
Ciò che un tempo mi fu detto ora trova giusto compimento: "un tetto porta sempre riparo, anche se la casa sembra abbandonata".
La Patria è il tetto ancora solido di quella casa comune che si chiama PATRIA e che può sembrare abbandonata ma che esiste ancora oggi e sussulta dentro i nostri cuori.
Non siamo qui per caso e in questo momento presente siamo chiamati a riscattare con onore ciò che siamo.
Siamo tutti parte l'uno dell'altro con i nostri difetti, le nostre difficoltà, le nostre paure, i nostri desideri e le nostre incertezze.
Ci riscopriamo esseri umani e INSIEME frantumiamo le catene della nostra schiavitù.
Insieme siamo ciò che decidiamo di essere, un Popolo e una Nazione.
WSM
Venetia, 22 marzo 2019
Sergio Bortotto
 

VINCERE O SOCCOMBERE … A QUALE PREZZO?

Mi chiedo …
e se dovesse giungere il momento che per non soccombere si è costretti a vincere la prepotenza altrui con la forza e anche con l'estremo atto di togliere la vita al tuo oppressore?
L'oppresso si fa forse carnefice?
E il tiranno è forse "vittima" della sua stessa prepotenza? 
La storia dell'umanità è intrisa di violenza e di guerre ma quasi sempre scatenate dal più forte, da colui che crede di non patire le conseguenze delle sue stesse azioni.
E' necessario riequilibrare le posizioni, affinché l'uno non sottometta l'altro, affinché il mite non abbia a conoscere il peso della mano che sopprime e il violento e il prepotente conosca i limiti e le conseguenze delle sue azioni.
Dio ci scampi da tale passo, ma il momento è vicino, molto vicino.
 

2019.03.01 – BON CAO DE ANO

BON CAO DE ANO!
Le nostre tradision ne iuta a rinovar l’amor patrio
e il personal impegno
per la liberasion de la Patria.
Xe glorioso el pasà forgià dai nostri antenati
e come a Lepanto soltanto a Iori
xe ora subordinà la nostra disciplinada obediensa,
non a sta italia, mai al tricolor invasor.
Fiero de eser Veneto.
WSM Sergio Bortotto
Le nostre tradizioni ci aiutino a rinnovare l’amor patrio e il personale impegno per la liberazione della Patria.
E’ glorioso il passato forgiato dai nostri antenati e come a Lepanto solo al loro è ora subordinata la nostra disciplinata ubbidienza, non all’italia, mai al tricolore in vasore.
Fiero di esser Veneto.
WSM Sergio Bortotto