Non ricordo il di
ma certamente non dimenticherò mai quella esperienza.
Con la cartella sulle spalle
camminavo immerso in fanciulleschi pensieri
per raggiungere la scuola elementare.
Anche quella mattina affrettavo il passo
per non perdere l’inizio della Messa.
Lì avrei incontrato
il parroco Don Fernando Mattarollo
e la mia maestra Lucia Seganfredo.
Rasentando il muro esterno della centrale elettrica, udii una voce che mi chiese cosa avrei voluto fare da grande.
Con la semplicità e l’ingenuità del bambino spiegai le mie infantili e favolose aspirazioni ma poco dopo quella voce mi incalzò: “no, sul serio Sergio, veramente cosa vuoi fare da grande?"
Percependo il valore della domanda mi feci serio,
mi fermai e mi domandai cosa ci fosse di più importante al mondo …
e così mi pronunciai… (omissis).
La voce, prima di andarsene mi incoraggiò: “bravo Sergio, bravo.”
Col nesso del poi, con i primi anni da adulto ho riflettuto.
I miei dialoghi con l’Eterno erano frequenti da tempo e da piccolo spesso mi facevo da parte sul mio letto per far posto all’Angelo custode, una presenza costante, felice e gioconda ma differente dalle altre.
In quella specifica occasione il fanciullo che ero non ha neppure messo in discussione la “Voce” percepita e tanto meno l’importantissima domanda che mi ha rivolto … e ho risposto.
La Presenza era autorevole, non visibile, ma avevo l’impressione che fosse qualcuno di importante col quale non mi ero forse mai relazionato prima in modo così diretto.
Il Contatto mi parlava comunque con molto amore e un calore umano non trascurabile e particolarmente rassicurante.
Era una “Voce” a me nota e conosciuta e la domanda che mi rivolse poteva procurare in me una sola risposta … ma so per certo che non parlava di sé.
Era allora un messaggero.