Oggi è una particolare bella giornata di sole e affiorano alla mente ricordi non miei.
Immagino una Vicenza del passato, che restituisce racconti di un incontro di 63 anni fa avvenuto in una piazza dei Signori adornata da molte bancherelle e luci natalizie.
Quel giorno io non ero neppure fisicamente presente in questo mondo ma rivivo dal racconto di mia madre il suo primo incontro con mio padre.
È una serata molto fredda, come conviene ad una tipica giornata invernale.
Sono quasi le sei di sera e una giovane ragazza, di ritorno da una consegna per la sartoria per cui lavora, passeggia tra le colorate bancherelle accerchiate dai passanti.
Avvolta nel suo montgomery grigio, da lei stessa imbastito dalla stoffa di una coperta, indugia fra le bancherelle alla ricerca di una bambolina per una cugina più piccola.
Ha calzettoni di lana colorati di segni di Scozia e un passamontagna che fanno scorgere solo due occhi curiosi.
Ma, a quanto pare, sono bastati quegli occhi a svelare l’arcano di un incontro voluto dal destino.
Un giovane uomo si avvicina e le chiede se può donarle una di quelle bamboline che stava ammirando.
Non c’è verso, quella ragazza rifugge le sue attenzioni e indugia nel dare confidenza…si allontana silenziosa.
Incoraggiato e deciso a conoscere la ragazza il giovane la raggiunge e la corteggia con cortesia.
Gli fa dono di due “stecche di mandorlato” e accettato il dono, la ragazza torna verso casa serbando in sé le cortesi attenzioni di quel giovane.
È tradizione che in quel dì si mangi mostarda e mandorlato e la ragazza, nel far ritorno a casa con quel prezioso dono, ricco di risvolti, è assediata da pensieri insoliti.
Non può certo raccontare di chi le ha fatto quel bel dono e sicura della reazione di sua madre racconta di aver speso i soldi di una mancia per comprarlo.
Una bugia che non ha sortito l’effetto sperato da mia madre alla quale, mia nonna, le ha suonate per bene, per aver sprecato così quei soldi.
Rimproveri comunque ben accetti e sopportati visto e considerato che neppure pochi mesi dopo e precisamente il 10 agosto di quell’anno entrambi sono convolati a nozze.
Bravo papà per l’ardire e la cortese caparbietà … io non sarei qui adesso a raccontare di voi due.
P.S.:
Ho sentito papà la tua presenza.
Con foga hai aperto la porta dell’ufficio … ma non c’è ombra che vi passi e non c’è mistero in quel che nulla appare.
Lo so sei tu che vuoi firmare ciò che è stato.